Un cappello nuovo per la formazione

Recentemente ho fatto visita ad un cliente storico e ormai amico, Responsabile del personale di una multinazionale, Paolo Zubelli.

Vi racconto cosa ho scoperto: la formazione, come si intende tradizionalmente, non sta poi così bene.

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Già, proprio così, un duro colpo per noi formatori, ma di certo una notizia che non può non metterci in discussione.

Il budget, in momenti di crisi e di cambiamento, mi racconta Zubelli, è sempre più soggetto a revisioni, le persone appaiono scettiche, e ormai non si possono più spendere tanti soldi per qualcosa di cui non vedi subito i risultati. Però c’è un’altra necessità – e a quel punto drizzo le orecchie per capire dove si nasconda l’esigenza del cliente.

La gente in mezzo a questa crisi è più insicura, ha un malessere latente, vive una quotidiana incertezza. E’ un problema che in passato avremmo chiamato di “motivazione”. Ecco che Zubelli mi dà un’idea. Bisognerebbe cambiare cappello – interessante, ma in che senso?

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Oggi, racconta, l’attenzione alla cultura aziendale porta nuove sensibilità per la salute, il benessere e la sicurezza delle persone al lavoro. Certo in un’azienda produttrice, che magari lavora con sostanze o strumenti pericolosi, il focus è tutto lì. Altre aziende hanno invece il problema di un ambiente forse non pericoloso ma, per usare una parola di altri tempi, alienante. Un ambiente forse più teso alla Salute e al benessere che alla Sicurezza. Insomma, ambienti di ufficio dove l’ergonomia e le condizioni micro climatiche e di stress sono predominanti.

Oggi la funzione “Salute e Sicurezza” è, comunque, responsabilità delle risorse Umane che deve gestirla con nuova attenzione e in ottica di engagement. Dunque il “vecchio formatore” non dovrebbe fare altro che rivolgersi a questa funzione e proporre interventi e percorsi che potrebbero essere strumenti per la crescita del benessere e della salute psico-fisica.

Il legame deve apparire chiaramente e – da quanto mi racconta Zubelli – attualmente appare o nelle cause o negli effetti. Mi spiego meglio. Mi vengono illustrate da Zubelli due aree fondamentali di intervento, da loro utilizzate in azienda.

La prima è quella che ha come guida l’intervento sull’area della psicologia del lavoro, con test e percorsi specifici per l’aumento della consapevolezza organizzativa. Le aree di indagine e di lavoro sono molteplici, dallo stress lavorocorrelato, alla relazione con i colleghi, al significato del lavoro per la propria vita, al coaching o alla valorizzazione delle soft skill.

La seconda area è quella che punta a “costruire riferimenti ed esempi pratici di come si può lavorare con soddisfazione e passione”. Gli esperienziali sono ottimi strumenti per raggiungere questo scopo. Le persone ricevono forti iniezioni di positività e il ricordo rimane vivido per un certo tempo. In questa seconda area rientrano anche  percorsi e incontri con testimonial, cioè persone che hanno fatto qualcosa di speciale e che parlano della loro esperienza. L’esempio personale è così importante da determinare una naturale spinta all’emulazione (della persona o di un valore da lei incarnato) e quindi un pensiero positivo vincente, che dona anche benessere interiore.

Accipicchia, penso, ma non è che c’è un’altra strada? non essendo io nè psicologa, nè particolarmente dotata nelle prove fisiche!

Poi mi viene in mente che da un anno con i miei colleghi sto lavorando alla creazione di Integrity, un percorso di lettura, valorizzazione e orientamento delle emozioni in ambito lavorativo. Le emozioni che sono il più potente motore nella nostra vita, sono una delle chiavi per portare la nostra vita lavorativa, e quella delle nostre aziende, finalmente fuori dalla crisi in senso lato. Ciò conduce a un alto BEN-essere e a una nuova e più coerente spinta all’azione raggiunta grazie all’integrazione emotiva.

Emozioni

In fondo, come dice Zubelli è davvero una questione di “cambio di cappello”. E io forse l’ho già cambiato senza accorgermene, ma ora ci vuole un po’ di strategia per cambiare anche l’abito, in modo che si intoni ad un cappello effettivamente diverso.

Paolo Zubelli è Responsabile del Personale in RS Components dal 2000. Precedentemente ha lavorato in Honeywell-Bull, in Assolombarda, al Credito Italiano e in Università.

RS Components e Allied Electronics sono marchi commerciali di Electrocomponents plc, il maggiore distributore mondiale di prodotti di Elettronica, Manutenzione e Industriali. Il Gruppo è presente con sedi operative in 32 Paesi e, attraverso Internet e i cataloghi cartacei, distribuisce una gamma di 500.000 prodotti a più di un milione di clienti in tutto il mondo, evadendo circa 44.000 ordini al giorno. Gli articoli distribuiti, provenienti da oltre 2.500 fornitori leader, includono componenti elettronici, di automazione e controllo, elettrici, meccanici e strumenti di misura. Electrocomponents è quotata alla Borsa di Londra (London Stock Exchange), e ha chiuso lo scorso anno finanziario il 31 marzo 2013 con un fatturato di 1,24 miliardi di Sterline. In Italia la struttura è presente da oltre 20 anni, occupa 240 persone e ha due sedi principali in Cinisello Balsamo (MI) e Vimodrone (MI).

Come convincere i venditori ad accettare il cambiamento?

C’è chi l’ha fatto con la musica. Se vuoi provare anche tu la stessa emozione, ascolta questo brano di Eugenio Violante mentre leggi.

Eugenio Violante da 32 anni lavora nel gruppo Golmar (quelli del sapone e degli asciugamani negli autogrill): ha iniziato come Agente e dopo due anni ricopriva già la carica di Responsabile Marketing. Oggi è la guida commerciale del Gruppo nell’area primaria dell’Igiene Professionale. Ma la sua passione è la musica, che l’ha visto primeggiare, quand’era giovane, a livello professionale.

L’aneddoto che racconteremo suggerisce due idee per risolvere i problemi:
1) non usare solo la razionalità, a volte è meglio avvalersi delle emozioni;
2) mettiti in gioco, adoperando tutte le tue risorse ed esponendoti a livello personale: per essere vincenti bisogna osare e mettere in campo tutte le proprie forze, anche quelle che apparentemente sembrano lontane dall’attività lavorativa.

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Tempo fa la Golmar aveva deciso di ampliare la gamma dei suoi prodotti aggiungendone di nuovi ad elevato valore aggiunto. Ma ecco il problema: Eugenio si era trovato a dover gestire la progettazione e il lancio di prodotti biotecnologici disponendo di una Rete di Venditori abituati a proporre asciugamani di carta: non certo adeguati al livello scientifico né allineati allo stile di vendita richiesto dai nuovi prodotti.

Per il Marketing diventò una sfida. Il primo passo fu agire sui prodotti: identificati i preparati più vicini alle nuove esigenze, sono stati adeguati alla tipologia di clientela Golmar. I packaging sono stati creati in modo da valorizzare il contenuto, ciò controcorrente poiché i prodotti destinati al mercato professionale presentavano packaging scarni ed essenziali, dimenticando che gli utilizzatori sono le stesse persone che poi vanno al supermercato ad acquistare e quindi vulnerabili sull’aspetto del gusto.

Diventava poi necessario convincere gli Agenti ad accettare un’evoluzione profonda della loro professione, dedicando tempo all’apprendimento scientifico e impegnandosi a modificare la propria immagine, da piazzista di prodotti d’uso a consulente tecnico scientifico, in grado di far accettare al cliente prodotti a prezzo più alto dei tradizionali prodotti in uso.

Eugenio si pose l’obiettivo di convincere la Rete Vendita attraverso l’emozione, e per farlo scelse la Convention Nazionale. Di fronte al oltre 300 agenti stipati in sala, Invece di noiosi powerpoint con statistiche sulle future vendite, tutto iniziò con lo spegnimento delle luci, fu suonata una musica in stereofonia composta appositamente da Eugenio. Il grande schermo  s’illuminò mostrando un cielo stellato con il Pianeta al centro, a quel punto arrivò “in scroll” il testo che Eugenio aveva creato “ad hoc” per far capire al Venditore che da quel momento, sarebbe diventato un Venditore di un qualcosa d’innovativo e che il risultato di ogni vendita raddoppiava: infatti, oltre al guadagno, quella vendita avrebbe contribuito ad un futuro migliore per tutti.
Amo la vita

“Amo la vita ed il Mondo in cui sono nato
e desidero assaporare il profumo delle stagioni
per tutto il tempo che mi è concesso di vivere
in questo meraviglioso Pianeta”
E. Violante

La Musica creò l’emozione, (supportata dal buio dell’ambiente) l’emozione creò il consenso nell’inconscio, il Venditore iniziò a sentire la voglia di essere parte di quel progetto, di farlo proprio e con il privilegio della possibilità di diventarne protagonista.

Eugenio è un manager che da sempre si mette in gioco in prima persona puntando sull’esperienza acquisita sul campo e integrando nello stile professionale le proprie passioni. La sua musica si è così amalgamata nel suo progetto professionale diventando un canale efficacissimo nella comunicazione con la Rete di Vendita e uno strumento fondamentale per la sua motivazione. Oggi Golmar deve una buona parte del suo fatturato ai prodotti ad alta tecnologia e i suoi venditori sono diventati validi tecnici, stimati dal mercato per la loro competenza, oltre che per la preesistente capacità di relazione.

Se vuoi conoscere meglio Eugenio e la sua musica segulo a questo indirizzo: http://eugenioviolante.it/

Intesa Sanpaolo Assicura

L’idea da copiare:

Vecchio prodotto, nuovo concetto, adeguato ai tempi.

Intesa Sanpaolo Assicura è stata uno dei protagonisti dell’indagine svolta nel 2012/2013 che ha dato origine al libro “L’Era del cambiamento nella vendita”.

Ecco cosa ci è stato raccontato prima di Natale, a un anno di distanza dalla prima indagine:

Dopo aver lanciato nel 2012 la polizza auto con la ViaggiaConMe Box, l’azienda continua a cercare nuove strade per differenziarsi.

La box infatti è stata presto copiata e, dopo una prima ondata di buoni risultati, oggi sono i concorrenti, che in questi mesi hanno attivato lo stesso servizio, a continuare a raccoglierne i benefici.

Questo, anche per una attuale minore spinta della rete commerciale di Intesa Assicura focalizzata su altri obiettivi.

Ci chiedevamo cosa mai l’azienda potesse far uscire dal cappello oggi. Siamo venuti a conoscenza del fatto che dopo aver sfornato un prodotto tanto interessante da essere subito copiato dalla concorrenza, Intesa Sanpaolo Assicura focalizzerà i suoi sforzi per proporre nuovi prodotti  nel campo della protezione della casa e della salute.

Ma cosa può rendere speciali due prodotti assicurativi che in fondo esistono da sempre e per giunta offrono in molti?

L’aspetto importante che rileviamo è che questi prodotti rispondono ad un preciso bisogno emotivo che viene riconosciuto nel tessuto sociale nel periodo di (ri)lancio ed è questo che determinerà il successo dei prodotti e farà sì che i concorrenti si allineeranno.

Per la casa il bisogno emotivo è: “in un periodo di difficoltà come questo la mia casa è una delle poche sicurezze che mi rimangono, forse vale la pena di investire qualcosa per salvaguardarla…”

Per la salute il bisogno emotivo è: “di questi tempi nel caso di una malattia importante devo poter dare sicurezza alla mia famiglia e poter avere a disposizione le migliori cure per rimettermi…”

Il progetto probabilmente darà buoni frutti anche perché l’azienda spingerà i prodotti uno alla volta, focalizzando pubblicità e rete contemporaneamente sul prodotto.

L’azienda ha infine capito che non si può più vendere facendo venire la gente in filiale. Si sta quindi organizzando con un piano formativo adeguato per iniziare a far uscire gli operatori. Questa rimane la sfida attuale: creare consulenti capaci di raggiungere i clienti e di vendere. Una sfida difficile su operatori che da sempre fanno un lavoro diverso, ma possibile, di certo l’unico modo per tener testa ad una spietata concorrenza.

L’idea da copiare:

Spesso pensiamo che il problema siano i nostri prodotti, o il mercato che soffre in questo periodo.

Se ci focalizzassimo maggiormente sulle esigenze, soprattutto emotive, di questo mercato che soffre, potremmo magari scoprire che uno dei nostri prodotti potrebbe fare la differenza.

Il prodotto rimarrebbe lo stesso, dovremmo solo cambiare il concetto di prodotto, per farlo combaciare con uno specifico bisogno emotivo attuale. Dovremmo fare un piccolo sforzo di analisi e di riconversione della comunicazione di prodotto, lavorando in primo luogo sulla nostra rete di vendita, ma il resto della strada sarebbe in discesa!

Ci auguriamo che possiate aumentare le vostre vendite grazie a questa idea!

Buone vendite a tutti!

Per notizie relative ad Intesa Sanpaolo Assicura e ai suoi manager: la prossima settimana pubblicheremo il contenuto dell’indagine 2012/2013 relativo all’azienda.