Per produrre serve benessere

Vi è mai capitato che nella frenesia della giornata lavorativa, il dover rispondere a ripetute richieste, il raggiungimento del target, le vendite, il fatturato, divenissero obiettivi primari rispetto al vostro benessere?

stress lavoroSpesso la continua sollecitazione a far fronte ai diversi impegni aziendali ci impedisce di fermarci e chiederci semplicemente: “come sto in questo momento?”.
La risposta a degli stimoli diviene prioritaria rispetto al sentire come reagiamo alle richieste e come viviamo emotivamente la pressione che può derivare dalle molteplici cose da fare.

mindfullnessNon contando che a volte ci si dimentica che prima che dottori, manager, dirigenti, ingegneri, impiegati, dipendenti si è anche figli, coniugi o conviventi, genitori,…
Ciascuno è chiamato a giocare molteplici ruoli contemporaneamente, ad integrare funzioni e compiti differenti, ad investire del tempo e delle risorse che spesso sono molto focalizzate sul versante professionale.
E’ inutile negare che per quanto ciò sia piacevole, affascinante e particolarmente stimolante risulta anche molto impegnativo e a volte non riusciamo a rendere come vorremmo.
Il contesto lavorativo può divenire un ulteriore ambito di crescita personale, uno spazio di realizzazione laddove ciascuno senta di poter esprimere le proprie risorse e potenzialità, soprattutto in presenza di una buona consapevolezza dei propri punti di forza e delle proprie fragilità ma anche grazie alla presenza di un contesto validante e supportivo.
meditazioneIl riuscire a trovare anche solo un breve spazio per fermarsi e ascoltare come stiamo, cosa proviamo nel qui ed ora, il focalizzarci su noi stessi, diviene nel tempo un’abilità ed una risorsa estremamente preziosa per il nostro benessere e quindi per la nostra produttività.
Oggi, molteplici sono le modalità per potersi “ascoltare” e per poter allenare tale abilità:
– La Mindfulness
– Il Training autogeno
– Il Coaching
Percorsi di supporto psicologico in ambito aziendale (individuali e/o di gruppo)

E’ importante favorire una maggiore conoscenza di sé, una maggiore consapevolezza delle proprie risorse e dei propri limiti e la possibilità di poter orientare o ridefinire i propri obiettivi sia in termini di progetti lavorativi che personali.
mindfullness2Prendere contatto con il nostro corpo, con il nostro sentire, con il nostro mondo emotivo e con i nostri pensieri, risulta fondamentale per una preziosa conoscenza di noi stessi, per ridefinire le nostre priorità e magari per orientarci nuovamente verso mete future.
supportive work teamLa possibilità di instaurare delle relazioni significative e di poter creare una rete costruttiva all’interno della quale vi sia la possibilità di uno spazio di confronto e di condivisione in Azienda aiuta i dipendenti, di qualsiasi livello, a sentirsi supportati, incoraggiati e stimolati; i feedback da parte di altri sul proprio modus operandi, sul proprio stile relazionale e lavorativo possono essere percepiti come costruttivi, come occasione di crescita e di cambiamento.
stressLe nostre emozioni, anche in azienda, possono diventare una bussola per orientarci su come stiamo, dove siamo e verso quali mete o obiettivi vogliamo muoverci.
Ecco perché fermarsi un attimo, in maniera costruttiva, anche laddove sembra impossibile farlo perché le richieste sono numerose, molteplici ed urgenti, diviene estremamente prezioso e fruttuoso.
Così come il riuscire a costruire all’interno delle Aziende degli strumenti di confronto e di condivisione può rappresentare un valore aggiunto e una risorsa fondamentale per promuovere il benessere e quindi la produttività del singolo e del gruppo.

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Un cappello nuovo per la formazione

Recentemente ho fatto visita ad un cliente storico e ormai amico, Responsabile del personale di una multinazionale, Paolo Zubelli.

Vi racconto cosa ho scoperto: la formazione, come si intende tradizionalmente, non sta poi così bene.

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Già, proprio così, un duro colpo per noi formatori, ma di certo una notizia che non può non metterci in discussione.

Il budget, in momenti di crisi e di cambiamento, mi racconta Zubelli, è sempre più soggetto a revisioni, le persone appaiono scettiche, e ormai non si possono più spendere tanti soldi per qualcosa di cui non vedi subito i risultati. Però c’è un’altra necessità – e a quel punto drizzo le orecchie per capire dove si nasconda l’esigenza del cliente.

La gente in mezzo a questa crisi è più insicura, ha un malessere latente, vive una quotidiana incertezza. E’ un problema che in passato avremmo chiamato di “motivazione”. Ecco che Zubelli mi dà un’idea. Bisognerebbe cambiare cappello – interessante, ma in che senso?

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Oggi, racconta, l’attenzione alla cultura aziendale porta nuove sensibilità per la salute, il benessere e la sicurezza delle persone al lavoro. Certo in un’azienda produttrice, che magari lavora con sostanze o strumenti pericolosi, il focus è tutto lì. Altre aziende hanno invece il problema di un ambiente forse non pericoloso ma, per usare una parola di altri tempi, alienante. Un ambiente forse più teso alla Salute e al benessere che alla Sicurezza. Insomma, ambienti di ufficio dove l’ergonomia e le condizioni micro climatiche e di stress sono predominanti.

Oggi la funzione “Salute e Sicurezza” è, comunque, responsabilità delle risorse Umane che deve gestirla con nuova attenzione e in ottica di engagement. Dunque il “vecchio formatore” non dovrebbe fare altro che rivolgersi a questa funzione e proporre interventi e percorsi che potrebbero essere strumenti per la crescita del benessere e della salute psico-fisica.

Il legame deve apparire chiaramente e – da quanto mi racconta Zubelli – attualmente appare o nelle cause o negli effetti. Mi spiego meglio. Mi vengono illustrate da Zubelli due aree fondamentali di intervento, da loro utilizzate in azienda.

La prima è quella che ha come guida l’intervento sull’area della psicologia del lavoro, con test e percorsi specifici per l’aumento della consapevolezza organizzativa. Le aree di indagine e di lavoro sono molteplici, dallo stress lavorocorrelato, alla relazione con i colleghi, al significato del lavoro per la propria vita, al coaching o alla valorizzazione delle soft skill.

La seconda area è quella che punta a “costruire riferimenti ed esempi pratici di come si può lavorare con soddisfazione e passione”. Gli esperienziali sono ottimi strumenti per raggiungere questo scopo. Le persone ricevono forti iniezioni di positività e il ricordo rimane vivido per un certo tempo. In questa seconda area rientrano anche  percorsi e incontri con testimonial, cioè persone che hanno fatto qualcosa di speciale e che parlano della loro esperienza. L’esempio personale è così importante da determinare una naturale spinta all’emulazione (della persona o di un valore da lei incarnato) e quindi un pensiero positivo vincente, che dona anche benessere interiore.

Accipicchia, penso, ma non è che c’è un’altra strada? non essendo io nè psicologa, nè particolarmente dotata nelle prove fisiche!

Poi mi viene in mente che da un anno con i miei colleghi sto lavorando alla creazione di Integrity, un percorso di lettura, valorizzazione e orientamento delle emozioni in ambito lavorativo. Le emozioni che sono il più potente motore nella nostra vita, sono una delle chiavi per portare la nostra vita lavorativa, e quella delle nostre aziende, finalmente fuori dalla crisi in senso lato. Ciò conduce a un alto BEN-essere e a una nuova e più coerente spinta all’azione raggiunta grazie all’integrazione emotiva.

Emozioni

In fondo, come dice Zubelli è davvero una questione di “cambio di cappello”. E io forse l’ho già cambiato senza accorgermene, ma ora ci vuole un po’ di strategia per cambiare anche l’abito, in modo che si intoni ad un cappello effettivamente diverso.

Paolo Zubelli è Responsabile del Personale in RS Components dal 2000. Precedentemente ha lavorato in Honeywell-Bull, in Assolombarda, al Credito Italiano e in Università.

RS Components e Allied Electronics sono marchi commerciali di Electrocomponents plc, il maggiore distributore mondiale di prodotti di Elettronica, Manutenzione e Industriali. Il Gruppo è presente con sedi operative in 32 Paesi e, attraverso Internet e i cataloghi cartacei, distribuisce una gamma di 500.000 prodotti a più di un milione di clienti in tutto il mondo, evadendo circa 44.000 ordini al giorno. Gli articoli distribuiti, provenienti da oltre 2.500 fornitori leader, includono componenti elettronici, di automazione e controllo, elettrici, meccanici e strumenti di misura. Electrocomponents è quotata alla Borsa di Londra (London Stock Exchange), e ha chiuso lo scorso anno finanziario il 31 marzo 2013 con un fatturato di 1,24 miliardi di Sterline. In Italia la struttura è presente da oltre 20 anni, occupa 240 persone e ha due sedi principali in Cinisello Balsamo (MI) e Vimodrone (MI).